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MUSQUI!

20 maio

MUSQUI!!

Eccoci! Oggi è giorno di ricordarlo! Oggi lo zio Waldyr avrebbe festeggiato il suo compleanno!

Cosa potrei dire di questo zio e del suo modo di essere?

Chi lo ha conosciuto sa che egli era un tipo di persona con la quale non sempre era facile convivere .

Era una persona dotata di una medianità e di una sensibilità molto forti, ma che, purtroppo, finì per “abbandonare” il lavoro e gli studi in questo campo, lasciandosi così (non è un’affermazione, ma una “sensazione”) coinvolgere da correnti vibrazionali più basse, attraversando stati di depressione, rabbia, ironia, incomprensione.

Una persona intelligente, il cui passaggio attraverso questa incarnazione non è stato semplice.

Per quanto mi riguarda, invece, il mio sentimento è soprattutto di gratitudine.

Non so perché, non so nemmeno se c’è un motivo o una spiegazione, ma il suo rapporto con me è sempre stato di affetto, cura e rispetto.

Lembro dos passeios  no parque, na pracinha, no circo. Lembro das lembranças, dos presentinhos. ..Do álbum de figurinhas da Fofura. Do bichinho de pelúcia pendurado no carro, porque tinha sido um presente meu. Lembro dele comprando caixas e mais caixas de leite, só para me presentear com os bichos de pelúcia da Parmalat.  (E eu era já uma pré adolescente!). Lembro de uma vez em que ele, num meu aniversário, apareceu com um pacote de biscoitos sortidos. (Não tanto pelos biscoitos em si, mas pelo gesto de carinho.  Ele não era de dar presentes e, nos aniversários, quem se encarregava “deste tipo de coisa” era a tia Renée)…

Ricordo le passeggiate al parco, ai parco giochi, al circo. Ricordo i pensierini, i piccoli doni. ..L’album di figurine “Fofura”. Del peluche appeso in macchina, perché era stato un mio regalo. Lo ricordo a comprare cartoni e cartoni di latte, solo per regalarmi i peluche della Parmalat. (Ed ero già una pre-adolescente!). Ricordo una volta nella quale lui, il giorno del mio compleanno, si presentò con un pacco di biscotti assortiti. (Non tanto per i biscotti in sé, ma per il gesto d’affetto. Non era tipo da fare regali e, nei compleanni,  era zia Renée si occupava di “questo genere di cose”)…

Ricordo il suo modo affettuoso e giocoso di trattarmi, chiamandomi… Mosquitinha (Zanzarina), Mosquita (Zanzara), Musqui…

Ricordo il suo sguardo ironico e la sua stretta di mano, capace di spezzare le ossa…ma ricordo anche che non erano mai rivolte a me.

Forse avevo una missione con lui, o lui con me. Forse questa è la spiegazione… Forse un giorno riusciremo a capire. E a proposito di comprensione..

Zio Waldyr, spero che tu abbia compreso il tuo percorso, la tua missione. Possa tu essere stato salvato, liberato e che tu stia celebrando questo giorno in una bellissima colonia  nel Mondo Spirituale, in compagnia dei tuoi parenti di quest’ultima incarnazione (Dona Dolores, Seu Olmiro, Zio Moacyr) e, perché no, dei tuoi cognati e cognate Chico, Renan, Ruben, Marlene ei tuoi “preferiti”, Paulo e Mary.

Ti auguro pace, ti auguro luce, ti auguro amore.

Marian

MUSQUI!!!!

20 maio

MUSQUI!!

Pois é! Hoje é dia de lembrar dele! Hoje, o tio Waldyr estaria de aniversário! O que eu poderia falar sobre este tio e seu jeito  de ser?

Quem o conheceu, sabe que ele era uma pessoa com a qual nem sempre era fácil lidar.

Alguém com uma mediunidade e sensibilidade muito afloradas, mas que, infelizmente, acabou  “abandonando” o trabalho e o estudo na área, deixando-se talvez (não é uma afirmação, mas uma “sensação “) envolver por correntes vibracionais mais baixas, passando por estados de depressão, raiva, ironia, incompreensão .

Uma pessoa inteligente, cuja passagem nesta encarnação não foi simples.

No que tange a mim, no entanto, meu sentimento é, acima de tudo, de gratidão.

Não sei por qual razão, não sei nem se existe uma razão ou uma explicação, mas sua relação comigo sempre foi de carinho, cuidado e respeito.

Lembro dos passeios  no parque, na pracinha, no circo. Lembro das lembranças, dos presentinhos. ..Do álbum de figurinhas da Fofura. Do bichinho de pelúcia pendurado no carro, porque tinha sido um presente meu. Lembro dele comprando caixas e mais caixas de leite, só para me presentear com os bichos de pelúcia da Parmalat.  (E eu era já uma pré adolescente!). Lembro de uma vez em que ele, num meu aniversário, apareceu com um pacote de biscoitos sortidos. (Não tanto pelos biscoitos em si, mas pelo gesto de carinho.  Ele não era de dar presentes e, nos aniversários, quem se encarregava “deste tipo de coisa” era a tia Renée)…

Lembro do seu jeito carinhoso e brincalhão de me tratar, de me chamar…Mosquitinha, Mosquita, Musqui…

Lembro do seu olhar irônico e seu aperto de mão, capaz de quebrar os ossos…mas lembro também que nunca eram direcionados a mim.

Talvez eu tivesse uma missão junto dele, ou ele junto a mim. Quem sabe seja esta a explicação…Quem sabe um dia a gente poderá compreender.  E por falar em compreender…

Tio Waldyr, espero que tu tenhas compreendido qual o teu caminho, qual a tua missão. Que tu possas ter sido socorrido, libertado e estejas celebrando este dia em uma linda Colônia aí no Mundo Espiritual, em companhia dos teus familiares desta última encarnação (dona Dolores, seu Olmiro, tio Moacyr) e, por que não, dos teus cunhados e cunhadas Chico, Renan, Ruben, Marlene e os teus “preferidos”, Paulo e Mary.

Te desejo paz, te desejo luz, te desejo amor.

Marian

Giorno della mamma!

13 maio

Festa della mamma! Giorno per ringraziare e onorare le madri della mia vita! Sì! Esattamente quello che avete appena letto: “madri”, al plurale! Perché ho il privilegio di averne avute (e averne) diverse!

È ovvio che inizio questo testo parlando di lei, colei che non solo mi ha generato, ma che mi ha insegnato (e continua a insegnarmi) i valori più belli. Colei che, oltre ad essere una madre, è un’amica, una consigliera, una confidente… Una “streghetta” buona, una fata, qualcuna che mi da supporto, che mi sostiene, che mi fa sempre sorridere… Una persona il cui amore trabocca , qualcuno la cui emozione emerge sempre. Lei che è esempio di vita, di gioia, di amore… Lei, il cui amore è così immenso, che è costantemente condiviso, distribuito tra coloro che la circondano. Lei che è sinonimo di resilienza, di amore per la vita!

Ho già detto altre volte e lo ripeto: averla come madre è stata la scelta migliore che ho fatto in tutta la mia vita! (Sì, perché l’ho scelta mentre ero ancora nel Mondo Spirituale! E che scelta azzeccata ho fatto!) Ah, “signora” Ana, cara mamma… quanto amore c’è fra noi! Un amore immenso, un amore che permea le scorte! A te, tutta la mia gratitudine!

Chiunque sia stato presente al mio matrimonio ha potuto assistere all’ingresso, all’altare, di mia madre, sopra menzionata, insieme alle altre mie due madri. (Le principale, ma più avanti parlerò anche delle altre!)

Zia Renée! Quella zia la cui vita le ha regalato tanti figli, anche se non sono usciti direttamente dal suo grembo. Colei la cui presenza è stata una costante nella mia vita, dalla nascita, al primo bagno, la prima “papa”, passando dalla mia l’infanzia, alla scuola, alle lezioni di ballo, fino all’adolescenza, l’università, i viaggi, i viaggi all’estero, il matrimonio… Oggi, a 95 anni, questa amata zia inizia a mostrare segni di invecchiamento, ma so che l’amore, questo non ci si dimenticherà mai!

Ho anche una madre nera, che quando ero piccola mi ricordava la zia Nastácia (Nastácia o Anastácia?) del “Sítio do Picapau Amarelo”. (Libro di Monteiro Lobato). Forse perché l’ho sempre vista in gonna e grembiule. Forse perché preparava sempre tante cose deliziose, sfiziose…

Ricordo dei quadri che avevamo in casa. Due volti, di profilo. Ho sempre detto che erano Amalia e Amantino. In effetti ne ero sicura che fossero loro due.

Amália è un angelo buono che è sempre stato nella mia vita. Mamma di 6 figli, oggi anche nonna, bisnonna, sono diventata la sua figlia di numero 7. Provo infatti un sentimento di immensa gratitudine verso i suoi figli, che hanno fatto a meno di lei perché potesse prendersi cura di me…

Amália è un essere illuminato! Un angelo d’ebano la cui luce, calma e saggezza emanano da ogni poro. Ah, che privilegio averla nella mia vita!

Il cibo è una forma di affetto. La ricordo in cucina, come si faceva aiutare da me (E il quanto questo mi divertiva!) I miei piatti preferiti sono sempre stati i suoi. È buffo come i sapori dell’infanzia siano quelli che ci segnano, quelli che restano. I suoi “pastéis” sono ancora i migliori. I “pastelões”, con carne, pollo, cuori di palma o anche verdure. I “bolinhos”di patate con ragù! Mi sono trasferita in Italia, ma preferisco gli gnochi fatti da lei. Vivo a Milano, ma la bistecca alla milanese che adoro di più è ancora la sua! E le tagliatelle agli spinaci! I pancake! E le torte!!Ma Amália non è solo un’ottima cuoca! Lei è affetto, è amore, è dedizione!

Mia madre parla sempre di quando lei cantava per addormentarmi… E, man mano che crescevo, ad ogni nuova conquista, lei era sempre presente… Adesso, ogni volta che riesco ad andare in Brasile, vado a trovarla. E ringrazio infinitamente l’Universo per il privilegio di avere avuto anche lei come madre!

La amata zia Mary! Una delle persone più gentili e generose che abbia mai incontrato! Quante volte mi ha accolta come una figlia! Per non parlare delle volte in cui ha assunto, al mio fianco, un ruolo che traduce appunto una complicità tra madre e figlia! È stata lei a notare che stavo crescendo! Sì, l’ha notato prima di mia madre! È stata lei a portarmi a fare la ceretta per la prima volta. È stata lei a regalarmi il primo reggiseno! (Naturalmente ci sono molti altri ricordi, ma questo vuole essere un articolo, non un libro!) 😉

Zia Marlene! Con la sua dolcezza, la sua gentilezza e quel suo modo, a volte anche un po’ timido di essere, è un’altra persona che amo immensamente. Mamma di 4 figli, anche lei mi ha sempre accolto e mi ha dato tanto amore quanto quello che ha dedicato ai suoi!

Ah, l’amata zia Lourdes! Un’altra il cui affetto per me è stato sempre immenso, come se fossi anche sua figlia. Avendo avuto un solo figlio, è come se fossi la sua figlia femmina.

Oltre a loro ci sono altre donne/mamme per le quali provo un immenso sentimento di amore e gratitudine!

La Mary Beatris, madre di Juli, Zeco e Mino, per l’immenso amore e la cura che ha sempre avuto per me. Per la sua gioia, la sua “accoglienza”compagnia, la sua complicità…

La Jussara Py che, pur essendo mamma di 8 figli, ha un cuore così grande da far sentire anche me parte di quella “Grande famiglia”!

In questo giorno così speciale, non potevo non ricordare e ringraziare le mamme di alcuni amici, che mi hanno sempre accolta, mi hanno sempre ricevuta nelle loro case con grande affetto. Madri che mi trattavano come “figlie”! Ce ne sono molte, ma ne segnalo alcune: La mamma di Lizi, Dani, Lali e Chico, Neide; Tereza, la mamma di Simone e Liana; Dilá, mia ​​cara “mestra”; la signora Zelinda, madre della Carlinha e del Guinho. Le mamme di Vini, Mattana, Cusco…

Inoltre non posso non citare le mie amate nonne, dopotutto, senza di loro, non sarei nemmeno qui. Nonna Eleonora, il cui spirito di avventura ho scoperto solo molto, molto più tardi; e nonna Italia, con la quale non ho convissuto, ma che ha lasciato anche una grande eredità d’amore.

Lascio qui anche il mio affetto a tutte le mie amiche mamme. Madri di sangue, madri di cuore, madri degli pets… e a tutte quelle che diventano mamme di bambini che non sono i loro: maestre, zie, babysitter, tate, sorelle maggiori…

Dedico anche un po’ del mio amore e del mio sentimento di infinita gratitudine a tutte quelle mamme che, in un modo o nell’altro, mi hanno “prestato” i loro figli, mi hanno “affidato” la cosa più preziosa che hanno! Carlinha, madre dei miei amati paggetti, Guilherme e Davi; Jéssica, madre della mia damigella d’onore, Ana Luisa; tutte le mamme dei bambini a cui mi dedico o mi sono dedicata un giorno! Le mamme di Lavinia, di Elena e Davide, di Lucio, di Chiara e Linda, di Leone, di Luka e June, di Ginevra, di Fiorenzo, di Luca, di Nina, di Simone e Riccardo,di Paolo, dell’altro Simone, di Lorenzo, di Alice e tante altre, la cui convivenza fu breve , ma non per questo meno significativa!

Un enorme sentimento di gratitudine va anche alla mia cara amica Carla Mannino, perché una mamma è colei che “accoglie”, che riceve, che protegge… Ed è proprio così che mi sono sentita quando mi ha accolto al mio primo lavoro…. Lei il cui affetto, la cui “accoglienza”, il cui amore, è stato davvero materno. Lei con la quale, nel tempo, ho sviluppato un’amicizia unica, un affetto fraterno, una complicità di anime.

A proposito di sentirsi accolte, non posso non citare Roby, la zia dello Ste, che da quando mi ha incontrata per la prima volta mi ha aperto non solo le porte di casa, ma soprattutto il suo cuore! E a proposito dello Ste…un grazie di cuore anche alla sua mamma!

Non ho mai conosciuto mia suocera (almeno non in questa incarnazione), ma le sono immensamente grata per aver messo al mondo uno dei più grandi amori della mia vita! “Uno” degli amori perché la mia vita è fatta di più amori: lui, mia madre, Bibi, ecc… Perché quando mi riferisco all’AMORE, mi riferisco a qualcosa di molto più ampio, molto più immenso dell’amore tra un uomo e una donna! A proposito, riguardo a questo…

Prima di chiudere vorrei augurare una buona festa della mamma a tutti quei papà, a tutti quegli uomini che sono anche mamme! Dopotutto, essere madre non riguarda necessariamente il sesso! Essere madre ha a che fare con la “maternage”, con l’accoglienza! Ha a che fare con la dedizione, con la protezione. Ha a che fare col prendersi cura, ha a che fare con l’affetto, ha a che fare con l’AMORE!

A ciascuna7ciascuno di voi, ovunque siate (incarnate/i o no), auguro una festa della mamma piena di luce, piena di amore, piena di pace!


Con grande affetto, Marian

Dia das mães!

13 maio

Dia das mães! Dia para agradecer e homenagear as mães da minha vida!

Sim! Isto mesmo que acabaram de ler: “mães”, no plural! Porque eu tenho o privilégio de ter tido (e ter) várias!

É claro que eu inicio este texto falando nela, naquela que não apenas me gerou, mas que me ensinou (e segue ensinando) os valores mais lindos. Aquela que, além de mãe, é amiga, conselheira, confidente… Uma linda bruxinha do bem, uma fada, alguém que me sustenta, que me apoia, que me faz sempre sorrir… Alguém cujo amor transborda, alguém cuja emoção sempre aflora. Ela que é exemplo de vida, de alegria, de amor… Ela, cujo amor é tão imenso, que vem constantemente dividido, distribuido entre aqueles que a cercam. Ela que é sinônimo de resiliência, de amor à vida!

Eu já comentei outras vezes e repito: tê-la como mãe foi a melhor escolha da minha vida! (Sim, porque eu a escolhi, ainda no Mundo Espiritual! E que escolha acertada a minha!).Ah, dona Ana, mãezinha querida… que amor imenso o nosso! Amor que perspassa existências! À ti, o meu obrigada!

Quem esteve presente no meu casamento pôde presenciar a entrada, no altar, da minha mãe, acima citada, junto das minhas outras duas mães. (As principais, mas depois falarei das outras também!)

Tia Renée! Aquela tia cuja vida lhe presenteou com muitos filhos, mesmo que estes não tenham vindo diretamente do seu ventre. Aquela cuja presença foi uma constante na minha vida, desde o nascimento, a primeiro banho, a primeira papa, passando pela infância, escola, aulas de ballet, até a adoelescência, faculdade, viagens, visitas no exterior, casamento… Hoje, aos 95 anos, esta amada tia começa a dar sinais de envelhecimento, mas sei que o amor, este jamais será esquecido!

Também tenho uma mãe preta, que quando eu era criança me lembrava a tia Nastácia (Nastácia ou Anastácia?) di Sítio do Picapau Amarelo. Talvez porque eu a visse sempre de saia e avental. Talvez porque ela preparava tantas coisas gostosas…

Lembro de uns quadros que tínhamos lá em casa. Dois rostos, de perfil. Eu sempre dizia que eram a Amália e o Amantino. Aliás, eu tinha certeza disto.

A Amália é um anjo bom que está na minha vida desde sempre. Mãe de 6, hoje também avó, bisavó, virei a filha de número 7. Aliás, tenho um sentimento de gratidão imenso aos seus filhos, que abdicaram dela para que ela pudesse cuidar de mim…

A Amália é um ser iluminado! Um anjo de ébano cuja luz, calma e sabedoria emanam de todos os seus poros. Ah, que privilégio o meu tê-la na minha vida!

A comida é uma forma de afeto. Lembro dela na cozinha, de como ela me deixava ajudá-la. E como eu me divertia! Meus pratos preferidos, sempre foram os dela. É engraçado como os sabores de infância são aqueles que nos marcam, aqueles que permanecem. Os pastéis dela seguem senso os melhores. Os pastelões, de carne, frango, palmito ou legumes, também. Os bolinhos de batata com guisado!

Me mudei pra Itália, mas prefiro o gnochi feito por ela. Moro em Milão, mas o bife à milanesa que amo ainda é o dela! E a tagliatelle de espinafre! As panquecas! E os bolos!!Mas a Amália não é apenas uma cozinheira da mão cheia não! Ela é carinho, é amor, é dedicação!

Minha mãe comenta sempre de quando ela cantava para eu dormir…E, à medida em que eu ia crescendo, à cada nova conquista, ela estava sempre presente…Agora, sempre que consigo ir ao Brasil, passo na sua casa. E agradeço infinitamente ao Universo pelo privilégio de ter ela também como mãe!

A amada tia Mary! Uma das pessoas mais bondosas que conheci! Quantas vezes me acolheu como filha! Isto para não falar das vezes em que assumiu, junto a mim, um papel que traduz justamente uma cumplicidade entre mãe e filha! Foi ela que percebeu que eu estava crescendo! Sim, ela percebeu antes da minha mãe! Foi ela quem me acompanhou pra fazer depilação. Foi ela quem me presenteou com o primeiro sutiã! (Claro que existem muitas outras lembranças, mas este é para ser um artigo, não um livro!) 😉

Tia Marlene! Com sua doçura, sua bondade e aquele seu jeito, às vezes até meio tímido de ser, é outra pessoa que amo imensamente. Mãe de 4, ela também sempre me acolheu e me deu tanto amor quanto o que dedicara aos seus!

Ah, a tia Lourdes amada! Outra cujo carinho por mim sempre foi imenso, como se eu fosse também sua filha. Tendo tido apenas um filho, é como se eu fosse a sua filha mulher.

Além delas, existem outras mulheres/mães por quem nutro um sentimento imenso de amor e gratidão!

A Mary Beatris, mãe da Juli, do Zeco e do Mino, pelo amor e carinho imensos que sempre tivera para comigo. Pela sua alegria, seu companheirismo, sua parceria…

A Jussara Py que, mesmo sendo mãe de 8, possui um coração tão imenso que faz com que eu também me sinta parte daquela “Grande família”!

Neste dia tão especial, eu não poderia deixar de lembrar e agradecer às mães de alguns amigos e amigas, que sempre me acolheram, sempre me receberam nas suas casas com muito carinho. Mães que me tratavam como “filhas”! São muitas, mas destaco algumas: a mãe da Lizi, do Dani, da Lali e do Chico, Neide; a Tereza, mãe da Simone e da Liana; a Dilá, minha “mestra” querida; a dona Zelinda, mãe da Carlinha. As mães do Vini, do Mattana, do Cusco…

Não posso também não citar as minhas amadas avós, afinal, sem elas, eu sequer estaria aqui. A vó Eleonora, cujo espírito de aventura eu só fui descobrir muito, muito tempo depois; e a nonna Itália, com quem não convivi, mas que também deixou um grande legado de amor.

Deixo aqui também o meu carinho à todas as minhas amigas que são mães. Mães de sangue, mães de coração, mães de bichos…e à todas aquelas que se tornam mães de filhos que não são seus: professoras, tias, baby-sitters, babás, irmãs mais velhas…

Dedico também um pouco do meu amor e o meu sentimento de infinita gratidão à todas aquelas mães que, em uma maneira ou outra, me “emprestaram” seus filhos, “me confiaram” aquilo que possuem de mais precioso! A Carlinha, mãe dos meus amados pajens, Guilherme e Davi; a Jéssica, mãe da minha daminha, Ana Luisa; todas as mães das crianças às quais me dedico ou dediquei! As mães da Lavìnia, da Elena e do Davide, do Lucio, da Chiara e da Linda, do Leone, do Luka e da June, da Ginevra, do Fiorenzo, do Luca, da Nina, do Simone e do Riccardo, do Paolo, do outro Simone, do Lorenzo, da Alice e de tantas outras, cuja convivência foi breve, mas nem por isso menos significativa!

Um enorme sentimento de gratidão também à minha querida amiga Carla Mannino, porque mãe é aquela que “acolhe”, que recebe, que protege… E foi exatamente assim que me senti quando ela me recebeu no meu primeiro emprego…. Ela cujo afeto, cujo “acolhimento”, cujo amor, foi sim maternal. Ela com quem, com o passar do tempo, fui desenvolvendo uma amizade ímpar, um carinho de irmã, uma cumplicidade de almas.

Por falar em sentir-se acolhida, não posso não mencionar a Roby, tia do Ste, que desde que me viu pela primeira vez, me abriu não apenas as portas, mas especialmente o coração! E por falar em Ste…um obrigada de todo o coração também à sua mãezinha!

Não conheci a minha sogra (pelo menos não nesta encarnação), mas lhe sou imensamente grata por ter colocado no Mundo um dos maiores amores da minha vida! “Um” dos amores porque a minha vida é feita de vários amores: ele, a minha mãe, o Bibi, etc…Porque quando me refiro a AMOR, me refiro a algo muito mais amplo, muito mais imenso do que o amor entre um homem e uma mulher! Aliás, por falar nisso…

Antes de encerrar, gostaria de deixar um Feliz dia das Mães também à todos aqueles pais, à todos aqueles homens que também são mães! Afinal, ser mãe não tem necessariamente a ver com sexo! Ser mãe tem a ver com “maternagem”, com acolhida! Tem a ver com dedicação, com proteção. Tem a ver com carinho, tem a ver com afeto, tem a ver com AMOR!

À cada um/a de vocês, estejam onde estiverem (encarnado/as ou não), desejo um Dia das Mães repleto de luz, repleto de amor, repleto de paz.

Com imenso carinho, Marian

Ho sbagliato l’orario del dentista.

11 maio


Ho sbagliato l’orario del dentista. È l’età, la testa piena di pensieri, la distrazione. Sono arrivata con un’ora di anticipo. Così ho pensato di uscire, fare una passeggiata, camminare. Ma avevo già camminato, avevo camminato per andare al lavoro, poi ero tornata (semprea piedi), poi ero venuta dal dentista…

Mi sono poi ricordata che proprio davanti allo studio dentistico c’era una piazzetta. Pareti/muri colorati, alberi, qualche panchina. Dei giochi per i bambini con sotto quel pavimento morbido che da piccola non avrei mai immaginato potesse esistere. Ho deciso di restare lì, ad ascoltare gli uccellini e, lo confesso, approfittando dell’occasione per fare la lista del supermercato.

Il tempo era strano, a volte era nuvoloso e tirava vento, altre volte appariva il sole e mi illuminava il viso con i suoi raggi. Quello che è successo allora è stato così interessante che penso meriti un post più grande di un semplice post su Instagram. Quindi andrà
su Instagram, ma anche sul mio blog.

Ho imparato che nulla accade per caso e anche che dovremmo seguire il nostro intuito, la nostra intuizione. Inoltre, dobbiamo essere attenti ai messaggi che l’universo cerca di trasmetterci continuamente. Forse il fatto che mi sentissi più sensibile, perché avevo appena ascoltato un messaggio che mi aveva toccato profondamente il cuore, così come l’emozione, abbia contribuito a quello che è successo dopo.

Ero distratta, concentrata sulla lista della spesa, quando improvvisamente ho sentito un “Ploft!” Qualcosa mi ha colpito la gamba lì, o forse solo “raschiato” . Ho guardato la mia coscia e ho visto una coccinella. SÌ! Era la natura, l’Universo che mi parlava! Ella è rimasta lì. A volte ferma, a volte camminando, muovendosi avanti e indietro. Mi ha permesso di fotografarla, anche di provare a filmarla, finché, all’improvviso, come per dire: “Va bene, ho consegnato il messaggio! Ho compiuto la mia missione!”, se n’è andata. È volata via,  lasciandomi una sensazione di gioia, benessere, mista ad una profonda emozione e un infinito senso di gratitudine.

Riuscite a capire perché niente è per caso? Se non avessi sbagliato l’ora, come avrebbe fatto l’Universo a darmi questo messaggio? E comunque, che messaggio era questo?

Calma la tua anima, calma il tuo spirito. Continua a trasmettere gioia con i tuoi occhi. Usa la tua sensibilità per aiutare gli altri, per guarire. Trasmetti tranquillità ovunque tu vada. Porta sempre con te questa sensazione di pace.

Qualcun altro al posto mio avrebbe potuto interpretare in modo completamente diverso l’accaduto. Si sarebbe arrabbiato con se stesso per aver sbagliato l’ora, osservando con irritazione l’ambiente che lo circondava… “che uccelli stridenti”! (Ehi! È primavera! Sono felici!). “E questo insetto!! Doveva atterrare proprio qui? Vattene!! Cos’altro deve ancora succedermi? Ah, lo so… manca solo che inizi a piovere!”

Così è. Tutto è una questione di percezione. Di come percepisci i segni che la vita ti dà. Il modo in cui vedi un fatto che ti è capitato, o meglio, il modo in cui cerchi di vedere, agire, interpretare. Io, cerco sempre il lato positivo. Altri, forse, insistono in vedere sempre il lato più brutto. Cosa cambia? Tutto. Ma questo non ha importanza adesso. Dopotutto, non sono qui per giudicare. Sono qui per raccontare. Parlare della mia percezione. E della mia gratitudine.

Ah! Forse se io fossi qualcuno con un altro modo di vedere le cose, la coccinella non avrebbe nemmeno provato ad atterrare su di me!
Grazie, Dio! Grazie, Universo! Grazie, famiglia che io tanto amo! Grazie mammina, per avermi insegnato a vedere la vita con tanto amore nel mio sguardo!

Marian

Errei o horário do dentista.

11 maio

Errei o horário do dentista. É a idade, a cabeça cheia de pensamentos, distração.
Cheguei uma hora antes. Pensei então em sair, dar uma volta, caminhar.  Mas eu já tinha caminhado, ido a pé pro trabalho, voltado, vindo na dentista. Lembrei então que exatamente na frente do  estúdio dentistico tinha uma pequena pracinha . Paredes/muros coloridos, árvores, alguns bancos, brinquedos para as crianças com embaixo aquele chão macio que quando eu era criança jamais poderia imaginar que pudesse existir.

Resolvi ficar por ali, escutando os passarinhos e, confesso, aproveitando para fazer a lista do supermercado.

O tempo era estranho, às vezes nublava e batia vento, outras vezes o sol aparecia e iluminava o meu rosto com seus raios.
O que aconteceu então foi tão interessante que a meu ver merece uma postagem maior do que simplesmente um texto no Instagram. Então, irá para o Instagram, mas também para o meu blog.

Eu aprendi que nada acontece por acaso e também que devemos seguir a nossa intuição. Além disso, devemos estar atentos para as mensagens que o universo o tempo todo tenta nos transmitir.

Talvez o fato que eu estivesse com a sensibilidade mais aflorada, pois acabara de ouvir uma mensagem que me tocara profundamente o coração, bem como a emoção, tenham contribuído para o que aconteceu a seguir. Eu estava distraída, concentrada na lista do supermercado, quando de repente senti um “Ploft!”
Algo bateu lá na minha perna, ou “raspou” talvez.  Olhei para a minha coxa e vi uma joaninha. Sim! Era a natureza, o Universo falando comigo!

Ela ficou ali. Às vezes parada, às vezes caminhando, deslocando-se  pra lá e pra cá. Permitiu que eu a fotografasse, que tentasse filmá-la inclusive, até que, de repente, como quem diz:  “Ok, entreguei a mensagem! A minha missão eu cumpri!”, ela partiu. Saiu voando, sem antes deixar comigo uma sensação de alegria, bem estar, misturada com uma profunda emoção e um infinito senso de gratidão.

Deu para entender porque nada é por acaso? Se eu não tivesse errado o horário, como teria feito o Universo para me dar este recado? E afinal, que recado era este?

Tranquiliza a tua alma, acalma o teu espírito. Continua transmitindo alegria com o teu olhar.

Usa a tua sensibilidade para ajudar o outro, para curar. Transmite tranquilidade por onde passares. Leva sempre contigo esta sensação de paz.

Uma outra pessoa no meu lugar talvez tivesse feito uma leitura completamente diferente do fato ocorrido. Teria ficado brava consigo mesma por ter errado o horário, observado o ambiente que a circundava com irritação… “que pássaros estridentes”! (Ei! É primavera! Eles estão felizes!). “E este inseto!! Tinha que pousar bem aqui? Vai embora!!  O que mais falta me acontecer? Ah, já sei… só falta chover!”

Pois é.  Tudo é uma questão de percepção. De como percebes os sinais que a vida te dá. Do modo que enxergas um fato que te ocorreu, ou melhor, da maneira como procuras enxergar, agir, interpretar.

Eu, procuro sempre pelo lado bom. Outros, talvez, fiquem “batendo tecla” naquele ruim.  O que muda? Tudo. Mas isto não importa agora. Afinal, não estou aqui para julgar.  Estou aqui para contar. Falar da minha percepção. E da minha gratidão.

Ah! Talvez se eu fosse alguém com outro modo de olhar, a joaninha não tivesse nem mesmo tentado pousar!

Obrigada, Deus! Obrigada, Universo! Obrigada, família que eu tanto amo! Obrigada mãezinha, por teres me ensinado a enxergar a vida com tanto amor no meu olhar!

Marian

Riguardo riflessi e riflessioni

14 abr
Stamattina, mentre andavo al lavoro, ho visto il cielo riflesso in una pozza d'acqua. Il disegno delle nuvole bianche, mi rendo conto solo ora, somigliava alla schiuma del mare. 

Normalmente, di fronte a un'immagine del genere, avrei subito afferrato il cellulare per scattare una foto. Questa volta, invece, non l'ho fatto. Come la mamma che davanti al bambino affascinato da qualcosa che ha visto in una vetrina dice: “Al ritorno lo compriamo”, io ho pensato: “Al ritorno faccio una foto” .

E la “gente” ritorna per un altro sentiero, per un'altra strada, o semplicemente il cielo cambia, o la pozzanghera si secca. E quel riflesso non è più qualcosa di concreto, anche se rimane nella nostra mente. E così esso, da riflesso, diventa riflessione.

L'asfalto, grigio, cemento, improvvisamente, per qualche istante, grazie all'immagine riflessa del cielo, ha assunto le sembianze del mare. Un mare che probabilmente solo io potevo vedere. Perché quell'immagine, così effimera, era un riflesso di me. Io Mare. Io, immensità. Io, il mio camminare. Lasciare che scorra. Amore.

Ho continuato per la mia strada, con il sole che mi riscaldava, i miei pensieri in preghiera. Altre pozzanghere, altre immagini, tante altre possibilità di riflessione. E l'albero.

L'albero che sembrava voler trasformare il marciapiede in immensità. E i colori. I colori della primavera, dopo una giornata grigia e fredda. E ora, osservo la vita. Non il suo riflesso che, pur essendo bello, non è altro che un'illusione, ma la vita concreta, vera e bella. La vita che pulsa, la vita presente nell'uccello che mi passa accanto portando pezzetti d'erba e paglia per costruire il nido, nei fiori che crescono nei giardini, nei raggi di sole che passano attraverso gli alberi, piante che filtrando la luce, l'aria e purificano, se così lo desideriamo, anche i nostri pensieri, le nostre anime.

MARIAN



Sobre reflexos e reflexões

14 abr

Hoje de manhã, indo para o trabalho, vi o céu refletido em uma poça d’água. O desenho das nuvens brancas, me dou conta apenas agora, lembrava a espuma do mar.

Normalmente, diante de uma imagem assim, eu teria logo pego o telefone celular para fotografar. Desta vez, no entanto, não o fiz. Como a mãe que, diante da criança fascinada por algo que viu numa vitrine, diz: “Na volta a gente compra”, pensei: “Na volta eu fotografo”.

E a “gente” retorna por outro caminho, por uma outra estrada, ou simplesmente o céu muda, ou a poça seca. E o tal reflexo já não é algo concreto, embora permaneça na nossa mente. E assim, ele, de reflexo, passa a ser reflexão.

O asfalto, cinza, concreto, de repente, por alguns instantes, graças à imagem refletida do céu, ficou com cara de mar. Um mar que provavelmente sò eu podia enxegar. Porque aquela imagem, tão efêmera, era reflexo de mim. Eu- mar. Eu, imensidão. Eu, o meu caminhar. Deixar fluir. Amar.

A caminhada seguia, com o sol que aquecia, o pensamento em oração. Outras poças, outras imagens, outras tantas possibilidades de reflexão. E a árvore. A árvore que parecia querer transformar a calçada em imensidão. E as cores. As cores da primavera, depois de um dia cinza e frio. E agora, observo a vida. Não o seu reflexo que, apesar de belo, não passa de ilusão, mas a vida concreta, verdadeira e linda. A vida que pulsa, a vida presente no pássaro que passa por mim carregando pedacinhos de erva e palha para montar o ninho, nas flores que tomam conta dos jardins, nos raios de sol que passam através das árvores, plantas que filtram a luz, o ar e purificam, se assim o desejarmos, também os nossos pensamentos, as nossas almas.

MARIAN

Visitando a Certosa de Pavia!

7 abr

A Certosa de Pavia é um Mosteiro de uma grandiosidade e uma beleza imensas.


Foi mandada construir pelo Duque de Visconti, como agradecimento à virgem Maria por ele e a esposa terem conseguido gerar filhos. Aliás, não faltaram nobres doando (terreno, dinheiro) para a construção e manutenção do Mosteiro. Em troca, ali se encontram mausoléus destinados à “última morada” dos mesmos (embora, por exemplo, Beatrice e Visconti não estejam enterrados ali) e, aqui e ali, representações destes nobres, num brasão ou (pasmem!), em belíssimas pinturas, como uma que retrata Jesus, Nossa Senhora e…os dois condes, com um deles mostrando à mãe Maria uma “maquete” , um “modelinho” da Certosa!

O mosteiro, cuja construção iniciou em 1396, é uma das construções mais notáveis do período do renascimento italiano, tendo demorado dois séculos para se tornar como é hoje.

Certosa é o nome italiano para a casa de clausura de cartuxos, uma ordem monástica fundada em 1044 que se tornou conhecida por sua reclusão, ascetismo e simplicidade. Porém a Certosa é conhecida principalmente pela exuberância de sua arquitetura.

A igreja foi a última parte da construção destinada ao mausoléu da família Visconti e, dentro, lembra muito o Duomo de Milão.  A fachada da igreja concluída no século 16 tem a frente decorada com 70 esculturas e relevos. No interior a majestosa cúpula e os 17 altares foram decorados com afrescos e pinturas. Também existe uma importante coleção de vitrais criados por grandes mestres. Todas as fases de construção envolveram inúmeros artistas de diferentes habilidades. Um elegante portal permite a passagem da igreja para o claustro que tem um jardim no centro para onde se abrem as células dos monges.

Uma obra de arte riquíssima e surpreendente pelo lado de fora, e também pelo lado de dentro.

Após visitarmos a Igreja, tivemos o prazer de visitar o Mosteiro, acompanhados de um Monge, negro, sorridente, sábio e super simpático, que fazia as vezes da casa.

A visita, aliás, teve início ali na Igreja mesmo, com o monge que nos chamava para irmos cumprimentar o “primeiro certosino”, ou seja, o primeiro “morador” da Certosa.
Assim, em uma das paredes, lá no alto, como se espiando da janela, um rosto. E, do lado aposto, bem mais à frente, perto do altar, um outro “sujeito “, conhecido como “o curioso “. (E não é que parecia mesmo que ele estava ali “curiosando”?)

Dali, abre-se um portão de ferro e entramos no Mosteiro. Daqui pra frente, nada de fotos. E talvez a câmera, de qualquer maneira, não conseguiria imortalar a riqueza e perfeição dos detalhes. Das estátuas de mármore em tamanho real esculpidas sob o mausoléu de Visconti e Beatrice, à uma representação da Certosa com peças em miniatura representando as cenas da vida de Jesus, da vinda dos Reis Magos e a vida de Maria e, logo abaixo, figuras de santos e mártires, tudo rico em detalhes, inteiramente feito em avório…
O chão, ele também todo trabalhado.
O “coro “, com “poltronas” que, estrategicamente, levantam e abaixam.

Tantos, tantos outros detalhes, tanta beleza , tanta emoção.

Sim, emoção. Mais de uma vez meus olhos ficaram marejados e me senti envolvida por intensa emoção.

A primeira, ainda dentro da Igreja, quando o Monje nos “apresentava” o “primeiro certosino”.

A segunda, na sala do coro, onde também tinha um altar dedicado à Santa Maria delle Grazie, à quem, aliás, é dedicado o Mosteiro. Algumas palavras do Monje, uma singela oração…e, de novo, uma forte emoção.

Dali, fomos conhecer um outro mausoléu e depois nos dirigimos ao jardim interno. Em seguida, pudemos visitar as celas, onde os monges viviam enclausurados. Pareciam, na verdade, várias “mini casinhas”. Em cada uma, uma lareira e, nos fundos, uma pequena horta ou jardim.  Há tempos os monges não ocupam mais tal espaço, salvo para as plantações, mas se transferiram para quartos simples (porém aquecidos) no andar superior.

Foi retornando da visita às celas que a emoção tomou conta de mim pela terceira vez.

E foi com uma sensação de alegria e paz no coração que me despedi daquele senhor tão simpático, que nos deu uma encantadora aula de história e ao mesmo tempo transmitu uma energia tão boa, de harmonia, de paz…

Dali, um salto na lojinha…. como resistir!?

Ah, comprei um pacote de arroz pra risotto (carnaroli). Arroz cultivado ali, tudo feito por eles. 

As minhas conclusões!?

A Certosa é linda e o ambiente mágico!
Se tiverem a oportunidade de realizar a visita guiada, tudo fará ainda mais sentido.

No que tange à emoção, emoção esta que talvez esteja ligada à questões referentes à espiritualidade, posso dizer que, embora não tenha sido o lugar onde a minha sensibilidade mais se aflorou, foi, de qualquer modo, um Mosteiro onde, em diversos momentos, a emoção tomou conta de mim.

Ah! Curiosos para saber qual o lugar dentro deste mesmo contexto que, até hoje, foi o que mais me “marcou” do ponto de vista da “emoção “? Deixa que eu conto!

Foi a basilica de São Francisco de Assis!

Dolce sinfonia

27 mar
Oggi vorrei parlare di un'esperienza super interessante che abbiamo vissuto sabato scorso, 25 marzo.
Chi mi conosce conosce la mia visione dell'essere umano nel suo insieme, l'importanza che attribuisco alla cura integrale dell'essere e  il quanto cerco, sia nelle cose che faccio sia in ciò che “vedo”, che percepisco ad andare oltre il significato più ovvio.
No, questo testo non parla di malattia, né di salute, anzi, parla  sì di salute, perché, in un modo o nell’altro, tutto è interconnesso. 
Questo testo parla del insieme, del TUTTO, del poter sperimentare qualcosa che già conoscevamo, ma in un altro modo, in un altro contesto.
Musica. Cioccolato. Musica e cioccolato. Cosa possono avere in comune la musica e il cioccolato?
Confesso che non mi ero mai soffermata a pensarci. Oggi però potrei elencare numerosi elementi, tra questi, il piacere che entrambi ci possono dare, l'effetto antidepressivo, l'azione diretta esercitata sul nostro Sistema Nervoso, entrambi in grado di regolare/equilibrare la serotonina, la dopamina...
 
Bene, arriviamo all'esperienza stessa.
Un famoso “Maitre Chocolatier”, prendendo spunto dalla Settima Sinfonia di Beethoven, creò 4 cioccolatini ripieni (tipo bonbon), ognuno corrispondente ad un “atto” della sinfonia. 
L'idea era proprio quella di unire la musica di Beethoven alla magia, alla dolcezza del cioccolato. Di vivere un'esperienza unica, lasciandosi coinvolgere da tutti i sensi. Ascoltare, o meglio, “sentire” la musica non solo con le orecchie. Poterla percepire entrando attraverso il tatto ( con il cioccolatino che si sciogli in bocca), l'olfatto, il gusto e, soprattutto, penetrando nell'anima, la parte più profonda del nostro essere.
Ad ogni cioccolatino veniva dato un nome, che era praticamente un “riassunto” di ciò che rappresentava quel brano della sinfonia.
 
L'inizio, un po' di acidità, seguita da note morbide e speziate, che potrebbero rimandare al dolce così come al primo atto della sinfonia.
Per il secondo bonbon (e la seconda parte della Sinfonia), si parla di un abbraccio, di una carezza, dalle note intense, aromatiche e versatili. 
Successivamente, si è raggiunto l'apice, conquista della quintessenza del viaggio data dall'incontro di un sapore avvolgente con un agrumato.
E, infine, l'insieme di tutto, che rappresenta il “guardarsi indietro”, rivivere i momenti più importanti del viaggio per poi guardare avanti e godersi la parte finale del viaggio, permettendo così di raggiungere un equilibrio di sapori senza paragoni.
Più che un equilibrio di sapori descriverei l'esperienza come un equilibrio ancora più profondo, un'esperienza di sensazioni ed emozioni.
Subito all'ingresso ognuno di noi ha ricevuto una scatola con 4 cioccolatini. All'inizio di ogni atto, il Maitre ci raccontava un po' la sua ispirazione per creare quella cioccolata, in modo profondo e appassionato. Poi, il direttore d'orchestra ci parlava di Beethoven, “raccontandoci” un po’ di quella sinfonia, di quell'atto, delle sue particolarità, della sua storia. Siamo stati quindi invitati ad apprezzare la musica attraverso i nostri sensi, lasciandola penetrare attraverso le nostre orecchie mentre il cioccolato si scioglieva in bocca. Era il “sentire” la musica con l'udito, la vista (anche se, lo confesso, ho preferito chiudere gli occhi e concentrarmi sugli altri sensi), l'olfatto, il tatto (sentire il cioccolato in bocca), il gusto.
Vorrei ora parlare di emozioni. Credo che ognuna delle persone lì presenti abbia vissuto tale esperienza in modo diverso. Il modo in cui affrontiamo, assistiamo, percepiamo le cose è direttamente legato al nostro stato d'animo, al momento che stiamo vivendo, ai nostri pensieri e anche a ciò che, in quel momento, ci sembra più significativo.
Quando sono entrata nella sala da concerto, scatola di cioccolatini in mano, la prima persona a cui ho pensato è stato lo zio Ruben. Credo che non avrebbe potuto essere altrimenti. Ho immaginato quanto sarebbe stato felice di poter assistere a qualcosa del genere. Feci un respiro profondo, chiusi gli occhi e lo vidi. Sì, era lì, seduto nella fila davanti a me. Si voltò, mi guardò e sorrise. Se qualcuno, in quel momento, si fosse voltato a guardarmi, avrebbe notato i miei occhi umidi, l'emozione che mi avvolgeva. E, come non poteva essere altrimenti, mentre si svolgeva il “concerto”, e sia il Maitre che il Maestro sembravano prendere la mano dai racconti e dalle spiegazioni, ecco, si voltò a guardarmi, quel sorriso beffardo, che  chi lo conosce sa  bene com'è. E non avevo più lacrime agli occhi,bensì una voglia immensa di sorridere.
Per me è stata un'esperienza magica e unica. È vero che alla fine, più che un concerto, è stato un “esperimento”. Il tempo è passato in modo così leggero che forse sarebbe stato ancora più interessante se, alla fine, l'orchestra unisse le 4 parti della Sinfonia e la suonasse, poi, completamente, senza interruzioni. Per quello, però, forse avrebbero avuto bisogno di più cioccolatini!!
A parte gli scherzi, me ne sono andata con un enorme sentimento di gratitudine.
Marian